Momento di bilancio nella giornata conclusiva del Forum Missionario Nazionale di Sacrofano con la lettura delle conclusioni dei laboratori. Ne ha parlato Anita Cervi del Centro Unitario Missionario di Verona che ha portato in assemblea le conclusioni dei due gruppi impegnati. Il primo “Essere battezzati” ha messo in luce che il battesimo non è solo un dono gratuito e dinamico ma <<una identità che ha il volto di Cristo e ci rende figli e fratelli.- ha detto Anita Cervi- E’ anche martirio e insieme gioiosa consapevolezza di essere Chiesa che accoglie e integra esperienze missionarie. La Chiesa deve essere accogliente, saper sorridere alla luce del Vangelo, non solo parola scritta ma incontrata attraverso l’altro>>. Il secondo laboratorio “Per una Chiesa di inviati” ha ribadito l’importanza della condivisione e di uno stile sobrio per una Chiesa autenticamente missionaria, perché l’importante oggi non è più “fare” missione ma “essere” missione nell’ascolto di Dio e dei fratelli. Sono emersi i tratti di una Chiesa samaritana che cammina con rispetto della ricchezza delle diversità, che sa rischiare la profezia. Una Chiesa all inclusive, interconnessa, intesa come ponte, pronta all’incontro con l’altro, e a fare tesoro dell’esperienza dei rientrati dalla missione.

Don Giuseppe Pizzoli, direttore di Missio ha preso la parola per mettere in evidenza alcuni punti fondamentali. <<Vedo con gli occhi di un fidei donum che sta vivendo la missione di ritorno e porto con me un bagaglio di esperienze diverse perché la mia Chiesa che mi ha inviato possa fare tesoro di questo scambio>> ha esordito don Pizzoli, che ha continuato: <<In questi giorni non si è parlato di missio ad intra, extra, intra o ad gentes ma abbiamo parlato di missione, indipendentemente dalla collocazione geografica. E’ossigeno per la vita della Chiesa. Anche se c’è la diminuzione delle vocazioni e il clero invecchia, se una Chiesa è tutta missionaria si crea il terreno per una nuova stagione di invii missionari, un processo che non accade a breve ma che è già in gestazione in questo tempo>>.

Monsignor Francesco Beschi, presidente della Commissione episcopale per l’evangelizzazione dei popoli e la cooperazione tra le Chiese, e presidente di Missio, ha ripreso il tema trattato dall’Assemblea della Cei nel magio scorso “Modalità e strumenti per una nuova presenza missionaria” a cui Missio è stata chiamata a contribuire con un documento. Ribadendo il risveglio di passione missionaria che la Chiesa italiana sta vivendo, monsignor Beschi ha spiegato che <<Vivere e riconoscersi in stato di missione, non è una ovvietà, significa che non ci si rassegna alle difficoltà e alle tentazioni di conservazione. C’è necessità di progettualità, tutta la pastorale deve essere pervasa dalla missione. Sempre tenendo presente la dimensione comunitaria della missione che non è mai un fatto individuale: nessuno nella missione è solo. La missione dona vita a chi la compie>>.

Prima di salutarsi e tornare a casa, la Santa Messa presieduta da monsignor Stefano Russo, segretario generale Cei che durante l’omelia ha sottolineato che <<Siamo qui perché innamorati di Dio, ognuno col suo ruolo nella Chiesa per capire come rinnovare la missione. Sappiamo chi ci chiama alla conversione, chi ci guida e ci manda. Oggi il rinnovo del mandato missionario ci aiuta a trovare nel battesimo le radici del nostro andare. Sempre ricordando che papa Francesco dice che la Chiesa non cresce per proselitismo ma per attrazione>>.