Per la Giornata di preghiera e digiuno in memoria dei missionari martiri del 2018 la fondazione Missio vi porta in Centrafrica, Paese che dal 2012 vive una guerra civile.
La guerra è iniziata con l’arrivo dei “Séléka”, formazione jihadista venuta dall’estero per imporre l’integralismo islamico in una terra in cui cristiani, animisti e musulmani convivevano in pace.
Dopo anni di immobilismo internazionale i cristiani si sono organizzati nei gruppi chiamati anti-Balaka (anti-Kalashnikov), riuscendo a sconfiggere i Séléka in molte parti del paese, ma scatenando la violenza anche contro tutti quei musulmani (donne, anziani e bambini compresi) che integralisti non sono, e con i quali avevano convissuto in pace.
In questo lavoro di documentazione è stato affrontato il tema della guerra da diversi punti di vista: il martirio non si esaurisce con la prima fase della guerra, che è la più terribile, fatta di morte e distruzione, ma anche la più breve; il martirio continua sotto diverse forme.
Dallo sradicamento e lo spaesamento degli sfollati – che avendo perso tutto non sanno nemmeno se a guerra finita potranno continuare il loro percorso nei luoghi che li ha visti nascere e crescere – al martirio socio-economico, perché dove passa la guerra si azzerano le attività produttive, quelle commerciali, e non sempre si riesce a ricominciare da capo.
Affrontiamo poi il martirio generazionale, perché dove c’è guerra non c’è scuola, e bloccare per anni l’educazione, significa avere in futuro una classe dirigente, dei lavoratori, delle mamme e dei papà che hanno perso il treno dello sviluppo, del progresso.
Infine abbiamo il martirio degli ultimi, quelli che necessitano di aiuto anche in situazioni di pace.
Ebbene la guerra ferma tutto, anche le attività assistenziali, colpendo prima e più pesantemente chi non ce la fa da solo.
Il lavoro è strutturato in 5 video, che abbiamo voluto chiamare capitoli per sottolineare come, sebbene possano essere utilizzati singolarmente, siano 5 aspetti che dilatano il concetto di martirio applicato alla guerra.
Questo percorso è guidato da mons. Juan-José Aguirre Muñoz, vescovo comboniano di Bangassou, che dopo aver evitato un massacro, ha ospitato negli spazi della cattedrale 2000 sfollati musulmani. Mons. Aguirre, ripercorrendo quanto è successo alle attività della sua diocesi, ci illustra i temi sopra descritti.
1_La guerra che finisce. Durata 9’
2_La guerra che rimane. Durata 10’
3_La guerra quotidiana. Durata 7’
4_La guerra al futuro. Durata 5’
5_la guerra sugli ultimi. Durata 8,20’
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