Il 2022 è considerato l’anno più caldo di sempre in Italia con una temperatura superiore di +0,98 gradi rispetto alla media storica. Abbiamo tutti sofferto le alte temperature di una estate considerata, dagli esperti, la più fresca dei prossimi 50 anni.

La siccità derivante dall’assenza di precipitazioni nella stagione calda ha compromesso le coltivazioni e l’approvvigionamento idrico per i prossimi mesi.

I ghiacciai regrediscono velocemente e l’innalzamento del livello dei mari provoca inondazioni e scomparsa di interi villaggi.

Sono sempre più frequenti fenomeni temporaleschi violenti che provocano danni ingenti, alla natura e all’uomo.

Tra i programmi dei “potenti del mondo” non mancano le intenzioni di azioni comuni per rallentare il surriscaldamento globale ma non è così semplice metterle in pratica.

In occasione della Giornata della Terra 2023, Missio Giovani propone di seguire l’iniziativa ONE PEOPLE ONE PLANET, Maratona di Earth Day Italia su Rai play.
Se invece volete vivere l’esperienza di persona vi aspettiamo al Villaggio per la Terra a Villa Borghese – Roma.

Secondo l’Oxfam International Annual Report 2020/21 l’1% più ricco della popolazione mondiale ha causato il doppio delle emissioni di CO2 rispetto alla metà più povera del mondo dal 1990 al 2015. Entro il 2030 questo stesso 1% è destinato a contribuire al 16% delle emissioni globali.

Il Segretario Generale dell’ONU, Antònio Guterres, ha segnalato la “grande ingiustizia e disuguaglianza” in materia di emissioni tra Paesi ricchi e poveri e ha dichiarato: “Se non agiamo subito, questo secolo potrebbe essere uno degli ultimi dell’umanità”. (Leggi in The Inequality Virus)

Ambiente e Agenda 2030

I dati forniti dal Report ONU sugli obiettivi dell’Agenda 2030 indicano che:

La crisi del 2020 ha fatto ben poco per rallentare la crisi climatica. Le concentrazioni dei principali gas serra hanno continuato ad aumentare, mentre la temperatura media globale è stata di circa 1,2°C sopra i livelli preindustriali, pericolosamente vicina al limite di 1,5°C stabilito nell’accordo di Parigi. (Repubblica)

Il mondo non ha raggiunto gli obiettivi del 2020 per fermare la perdita di biodiversità e 10 milioni di ettari di foresta sono andati persi ogni anno tra il 2015 e il 2020.

Gli ultimi dati sulle emissioni

Dall’articolo Fact-checking: i cambiamenti climatici in 10 grafici di ISPI (Istituto per gli studi di politica internazionale):

Solo negli ultimi 30 anni nell’atmosfera sono state immesse 871 giga tonnellate di CO2: una media di 29 all’anno. Per dare un’idea il peso dell’intera popolazione mondiale considerata come un’unica massa ammonta a circa mezza giga tonnellata.

Secondo l’ultimo rapporto dell’UNFCCC (United Nations Framework Convention on Climate Change), il mondo è su una traiettoria di aumento della temperatura di 2,7°C entro la fine del secolo, ben superiore al target il più possibile vicino agli 1.5°C stabilito negli accordi di Parigi.

I danni causati dal Climate Change

Nel primo semestre del 2022 i disastri climaticie naturali hanno causato nel mondo 72 MLD di dollari di danni. Il dato è in linea con la media degli ultimi 10 anni (74 mld $) e decisamente più bassa della cifra toccata nel 2021, quando solo tra gennaio e giugno il conto era arrivato a 91 miliardi. (Swiss Re)
Alcuni esempi citati nel Report Oxfam:

In Burkina Faso 2 MLN di persone nel Paese stanno attualmente affrontando la crisi alimentare a causa della crisi climatica;

Le Isole Salomone, dove il 40% degli abitanti vive in povertà, nel 2020 hanno subito 44 MLD di euro di danni causati da disastri meteorologici aggravati dai cambiamenti climatici. Le Isole Salomone, nell’insieme, producono il 3% della CO2 prodotta dall’Australia pro capite;

Negli Stati del Darfur, le piogge torrenziali e le inondazioni hanno distrutto circa 8.900 case e danneggiato altre 20.600, secondo la Commissione per gli aiuti umanitari del governo.

Le Conseguenze sulla salute

Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, l’inquinamento atmosferico è responsabile di 7 milioni di decessi ogni anno, rappresentando così la quarta causa di morte a livello globale.

“Le temperature oltre 2 gradi sopra la media hanno fatto aumentare la mortalità, soprattutto sopra gli 85 anni. In alcuni reparti un ricoverato su 3 ha problemi legati alle temperature elevate. La media delle vittime in questo periodo dell’anno di norma è 200-250. A luglio di quest’anno invece la mortalità ha cominciato a salire, staccandosi dalla curva che indica i valori attesi del periodo. I decessi durante le ondate di calore del mese scorso sono stati quasi 350.” (Repubblica)

I decessi a causa delle alte temperature sono aumentati di molto, dice la World Health Organization, addirittura al 53,7% tra il 2000-2004 e il 2014-2018, e cresceranno ancora. Tra il 2030 e il 2050, si prevede che il cambiamento climatico causerà circa 250.000 morti in più all’anno, dovute a malnutrizione, malaria, diarrea e colpi di calore.

I rischi per l’Europa

L’IPCC (Intergovernmental Panel on Climate Change) identifica quattro categorie di rischi-chiave per l’Europa. Il livello di ciascun rischio aumenta con l’aumentare del livello di riscaldamento globale. Se il livello di adattamento ai cambiamenti climatici rimane basso, questi rischi diventano più gravi con un riscaldamento di +2°C rispetto a un innalzamento della temperatura di 1,5°C. Le quattro categorie di rischio sono:

Rischi delle ondate di calore su popolazioni e ecosistemi. IPPC prevede che il numero di decessi e persone a rischio di stress da calore raddoppierà o triplicherà per un innalzamento della temperatura pari a 3°C, rispetto a 1,5°C.

Rischi per la produzione agricola. Secondo le Nazioni Unite, l’aumento di 1°C della temperatura media globale corrisponde ad una riduzione delle rese agricole: grano -6%, riso -3% e mais -7%.

Rischi di scarsità di risorse idriche. Nell’Europa meridionale il rischio è già elevato per un livello di riscaldamento globale di 1,5°C e diventa molto alto nel caso di un innalzamento di 3°C. Nel caso di un innalzamento di temperatura di 3°C il rischio di scarsità di risorse idriche diventa alto anche nell’Europa centro-occidentale.

Rischi prodotti da maggiore frequenza e intensità di inondazioni. A causa dei cambiamenti nelle precipitazioni e dell’innalzamento del livello del mare, i rischi per le persone e le infrastrutture derivanti dalle inondazioni costiere, fluviali e pluviali aumenteranno in molte regioni d’Europa. Leggi qui l’articolo

Il dramma della siccità

Nel 2020, il 19% della superficie terrestre globale è stata colpita da siccità estrema. Questo potrebbe portare ad un aumento delle persone che vivono in aree con scarsità d’acqua per almeno un mese all’anno, precisamente dai 3,6 MLD attuali a 4,8 MLD di persone entro il 2050.

Dal Report L’Ultima Goccia di WWF (World Wide Fund for Nature) sappiamo che:

I Paesi e le comunità più povere e meno responsabili delle emissioni climalteranti sono di gran lunga più esposti. Attualmente, la situazione è particolarmente problematica nell’Africa sub-sahariana e nell’America centrale e meridionale. La siccità e le inondazioni peggiorate dal clima negli ultimi anni hanno aumentato l’insicurezza alimentare acuta e la malnutrizione in queste regioni, che contribuiscono ad aggravare – soprattutto in territori già instabili – conflitti e disordini.

Si stima che circa 4 MLD di persone su 7,8 sperimentino già una grave carenza d’acqua per almeno un mese all’anno.

Tra 1970 e il 2019, il 7% degli eventi catastrofici nel mondo sono stati legati alla siccità, ma hanno contribuito a ben il 34% delle morti legate ai disastri.

Tra il 1970 e il 2019, il 31% delle perdite economiche hanno a che fare con le inondazioni.

Nei Paesi mediterranei dell’Europa, se si arrivasse a un riscaldamento di 3°C, ci potrebbero essere riduzioni del potenziale idroelettrico fino al 40%.

Si prevede che i cambiamenti idrologici indotti dal clima aumenteranno la migrazione nell’ultima metà del secolo, con un incremento di quasi 7 volte dei richiedenti asilo nell’UE. Secondo le stime della Banca Mondiale, 216 milioni di persone sarebbero costrette a migrare entro il 2050, a causa della siccità e degli eventi a essa connessi.

Ambiente e migrazione

I disastri naturali possono avere un effetto amplificatore e aggravare situazioni di vulnerabilità preesistenti, come instabilità politica, difficoltà economiche, conflitti. Nel 2020, sono stati 30,7 mln i nuovi sfollati interni per disastri ambientali, secondo l’Internal displacement monitoring center (IDMC).

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Resistere al clima

Dinamica: Sai da dove vengono gli abiti che indossi?

OCCORRENTE: mappamondo, puntine da disegno, fili di lana.

I partecipanti vengono invitati a controllare le etichette dei propri indumenti e con le puntine tracciare sulla mappa:

  1. I Paesi dove sono stati prodotti gli articoli;
  2. I Paesi dove sono stati acquistati;
  3. I principali Paesi produttori di cotone (o altri materiali) nel mondo.

Infine, ciascun partecipante, con il filo di lana, unisce i puntini inerenti il proprio indumento. Ne verrà fuori un reticolo di fili intrecciati che mette in evidenza le enormi distanze percorse da ogni singolo capo: i partecipanti vengono invitati a cercare una soluzione al problema della quantità di gas serra che la sola industria dell’abbigliamento produce nel trasporto.

Documentario

Punto di non ritorno – Before the flood (1h35)

Video

Cambiamento climatici
#Ambienteascuola: Noi e il Clima
#ForNature – Greta Thunberg

Dal Libro di Michea (Mi 7,13)

La terra sarà ridotta in un deserto a causa dei suoi abitanti, come conseguenza delle loro azioni.

Messaggio alla COP26

PAPA FRANCESCO – Glasgow, 31 ottobre 2021

Mentre inizia la Conferenza di Glasgow, siamo tutti consapevoli che essa ha l’importante compito di mostrare, all’intera comunità internazionale, se realmente sussiste la volontà politica di destinare con onestà, responsabilità e coraggio maggiori risorse umane, finanziarie e tecnologiche per mitigare gli effetti negativi del cambiamento climatico così come per aiutare le popolazioni più povere e vulnerabili, che sono quelle che ne soffrono maggiormente. […]

La COP26 può e deve contribuire attivamente a questa coscienziosa costruzione di un futuro dove i comportamenti quotidiani e gli investimenti economico-finanziari possano realmente salvaguardare le condizioni di una vita degna dell’umanità di oggi e di domani in un pianeta “sano”.

Si tratta di un cambiamento d’epoca, di una sfida di civiltà per la quale vi è bisogno dell’impegno di tutti ed in particolare dei Paesi con maggiori capacità, che devono assumere un ruolo guida nel campo della finanza climatica, della decarbonizzazione del sistema economico e della vita delle persone, della promozione di un’economia circolare, del sostegno ai Paesi più vulnerabili per le attività di adattamento agli impatti del cambiamento climatico e di risposta alle perdite e ai danni derivanti da tale fenomeno. […]

Laudato Si’

Lettera enciclica del Santo Padre Francesco sulla cura della Casa comune

  1. I cambiamenti climatici sono un problema globale con gravi implicazioni ambientali, sociali, economiche, distributive e politiche, e costituiscono una delle principali sfide attuali per l’umanità. Gli impatti più pesanti probabilmente ricadranno nei prossimi decenni sui Paesi in via di sviluppo. Molti poveri vivono in luoghi particolarmente colpiti da fenomeni connessi al riscaldamento, e i loro mezzi di sostentamento dipendono fortemente dalle riserve naturali e dai cosiddetti servizi dell’ecosistema, come l’agricoltura, la pesca e le risorse forestali. Non hanno altre disponibilità economiche e altre risorse che permettano loro di adattarsi agli impatti climatici o di far fronte a situazioni catastrofiche, e hanno poco accesso a servizi sociali e di tutela. Per esempio, i cambiamenti climatici danno origine a migrazioni di animali e vegetali che non sempre possono adattarsi, e questo a sua volta intacca le risorse produttive dei più poveri, i quali pure si vedono obbligati a migrare con grande incertezza sul futuro della loro vita e dei loro figli. È tragico l’aumento dei migranti che fuggono la miseria aggravata dal degrado ambientale, i quali non sono riconosciuti come rifugiati nelle convenzioni internazionali e portano il peso della propria vita abbandonata senza alcuna tutela normativa. Purtroppo c’è una generale indifferenza di fronte a queste tragedie, che accadono tuttora in diverse parti del mondo. La mancanza di reazioni di fronte a questi drammi dei nostri fratelli e sorelle è un segno della perdita di quel senso di responsabilità per i nostri simili su cui si fonda ogni società civile.

Preghiera

Dio amorevole,
Creatore del cielo, della terra e di tutto ciò che contengono.
Apri le nostre menti e tocca i nostri cuori,
affinché possiamo essere parte del creato, tuo dono.

Sii presente ai bisognosi in questi tempi difficili,
specialmente i più poveri e i più vulnerabili.
Aiutaci a mostrare solidarietà creativa nell’affrontare
le conseguenze di questa pandemia globale.
Rendici coraggiosi nell’abbracciare i cambiamenti rivolti
alla ricerca del bene comune.
Ora più che mai, che possiamo sentire di essere tutti
interconnessi e interdipendenti.

Fai in modo che riusciamo ad ascoltare e rispondere
al grido della terra e al grido dei poveri.
Possano le sofferenze attuali essere i dolori del parto
di un mondo più fraterno e sostenibile.

Sotto lo sguardo amorevole di Maria Ausiliatrice,
ti preghiamo per Cristo Nostro Signore.
Amen.

(Papa Francesco)

Alzati! Calcola la tua impronta ecologica, vale a dire il consumo umano delle risorse naturali rispetto alla capacità della Terra di rigenerarle.

Assumi un nuovo stile di vita:

  1. Fai la raccolta differenziata
  2. Fai attenzione alle temperature in casa: – d’inverno 19°-20°C gradi di giorno, 17°-18°C di notte; – d’estate non scendere sotto i 26°C
  3. Se devi cambiare elettrodomestici, scegli quelli a risparmio energetico
  4. Chiudi il rubinetto mentre lavi i denti, insaponi le mani, fai una doccia veloce. Regola il termostato della caldaia (40° in estate e 60° in inverno)
  5. Per lavare frutta e verdura mettile in ammollo 10 minuti in acqua tiepida, poi risciacqua velocemente sotto il getto d’acqua
  6. Ricorda di sbrinare il freezer spesso… l’accumulo di ghiaccio consuma molto!
  7. A tavola: preferisci cibi genuini e poco trasformati che hanno un alto costo ambientale
  8. Abbigliamento: preferisci indumenti duraturi alla fast fashion. Per produrre una t-shirt vengono spesi 2700 l di acqua e 5 kg di CO2
  9. Muoviti a piedi o in bicicletta quando puoi
  10. Ricicla la carta e, se non indispensabile, non stampare i documenti

Confrontati con i tuoi amici e prova ad elencare altre azioni per uno stile di vita più sano e attento al pianeta. Realizza dei segnali con questi suggerimenti e distribuiscili tra i tuoi conoscenti o all’uscita della Chiesa.

Movimento Laudato Si
L’Unione europea e il clima
Effetto Terra: campagna di Croce Rossa Italiana
Climate of change