Sarà presentato lunedì prossimo al Consiglio dei diritti umani dell’Onu un report Onu sui casi di Piquiá de Baixo e Brumadinho.  Situazioni diverse, che hanno in comune una stessa multinazionale, la Vale, attiva nell’estrazione del ferro e nella catena siderurgica, accusata dal rapporto Onu, per i fatti di Brumadinho, di “condotta criminosa e imprudente”. 

La comunità di Piquiá «è conosciuta a più livelli, dalla Commissione interamericana per i diritti umani, dall’Onu, dal Dicastero vaticano per lo sviluppo umano integrale, e dallo stesso Papa Francesco», dice al Sir padre Dario Bossi, provinciale dei Comboniani in Brasile, tra i referenti della rete continentale Iglesias y Minería.

Il missionario prosegue spiegando che si tratta di «una comunità emblematica, sia per le violazioni che sta subendo fin dagli anni Settanta del secolo scorso, sia per la resistenza che ha messo in atto, almeno dal 2005, quando la popolazione ha iniziato a rivendicare in modo strutturale una riparazione integrale per i danni sofferti».

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