Nel quartiere di Marcos Moura, alla periferia di Santa Rita, Comune dello Stato della Paraíba, nel Nord-est brasiliano, c’è un presepe permanente. È il Progetto Legal. Qui un gruppo di uomini e donne, con l’esempio di Giuseppe e Maria, accolgono bambini e adolescenti per i quali non c’è posto in questo mondo. Non è un lavoro assistenzialista, ma un laboratorio di esperienze nuove ispirate dai valori del Vangelo il cui unico obiettivo è aiutare ragazzi e ragazze ad emanciparsi e a vivere da protagonisti. Il Progetto esiste da solo quattro anni, ma i risultati sono sorprendenti.

All’inizio di quest’anno siamo in grado di regalarvi sorrisi. Ve li donano i 189 bambini e adolescenti coinvolti nelle attività. Durante il 2018 sono cresciuti in uno spazio traboccante di tenerezza. Insieme agli educatori e alle educatrici e in stretta collaborazione con le famiglie, hanno avuto la possibilità di percorrere itinerari alternativi a quelli imposti dalla malavita organizzata che controlla il territorio abbandonato dallo Stato.

Nel Progetto Legal hanno respirato un’energia trasformatrice: arrivati per essere assistiti, stanno imparando a vivere da protagonisti; costretti da sempre a convivere con le loro carenze, hanno intrapreso la felice scoperta delle loro qualità e potenzialità; abituati a chiedere, iniziano a condividere le loro inestimabili ricchezze; amati disinteressatamente, protetti con tenacia, ascoltati nei loro bisogni, rispettati con le loro differenze e riconosciuti come soggetti di diritti, stanno avviando i primi passi verso il pieno esercizio della cittadinanza. L’ambiente è abbastanza sereno. Le aggressioni reciproche sono diminuite notevolmente attraverso i “circoli restaurativi” e la mediazione non violenta dei conflitti. Perfino la violenza domestica è in calo. Durante l’anno, oltre a una salutare alimentazione, i bambini e gli adolescenti hanno potuto frequentare il doposcuola di portoghese e matematica con ottimi professori. «Ora mi sento più pronto per parlare in pubblico e riesco ad esprimere le mie idee con chiarezza», ha detto Sandro, giovane del progetto, in un momento di revisione delle attività. Gli ha fatto eco Larissa che, nonostante i suoi 15 anni, svolge un ruolo importante nella sua Comunità ecclesiale di base, aiutando nell’animazione della celebrazione della Parola: «Ora non ho paura di sbagliare. Leggo correttamente e comprendo il contenuto». Attraverso il teatro, la musica, la capoeira, la pittura, il circo, l’hip hop, lo sport e il laboratorio di artigianato con materiali riciclabili, i ragazzi e le ragazze hanno messo all’opera la loro creatività dando vita a creazioni veramente belle. Tutte queste attività sembrano inutili da un punto di vista prettamente economico. Ma la vita non è fatta solo di economia: c’è anche l’estetica e, soprattutto, l’etica. Non solo di pane vive l’uomo, ma anche di bellezza, bontà, solidarietà, tenerezza, attenzione verso tutti e integrazione rispettosa con gli altri e la natura. In un mondo marcato dalla frenesia e dominato dall’ansia di vincere a qualunque costo, la sosta per contemplare la bellezza, incantarsi al suo cospetto e coltivarla ha un potere di cura straordinario: sana gli occhi contaminati dall’ossessione di vedere soltanto il brutto che c’è in noi e attorno a noi e ci invita a scoprire e coltivare la bellezza interiore. Occhi allenati dalla bellezza intravedono orizzonti di speranza: «La bellezza è la grande necessità dell’uomo; è la radice dalla quale sorgono il tronco della nostra pace e i frutti della nostra speranza» (Benedetto XVI). Grazie a un finanziamento della Conferenza Episcopale Italiana, abbiamo potuto ampliare le nostre installazioni e acquistare un pulmino con il quale abbiamo realizzato varie gite per conoscere meglio le bellezze naturali e la ricchezza culturale della regione. «Non avevo mai visto il mare: sono rimasto a bocca aperta. Eppure – racconta Rikelmy, un bambino di 11 anni – abito a pochi chilometri da questa immensa piscina. I miei genitori non mi ci hanno mai portato. Non sapevo che la mia regione fosse così bella». Con un progetto del Governo dello Stato della Paraíba, è nata un’orchestra. Bambini e adolescenti ora stanno frequentando corsi di violino, violoncello, chitarra, flauto e percussione. Negli ultimi mesi l’Orchestra Legal si è esibita varie volte nel principale teatro di João Pessoa, capitale della Paraíba. Le famiglie sono andate a teatro per la prima volta.  In un quartiere dove era facile incontrare adolescenti e giovani con armi in pugno, ora si vedono ragazzi e ragazze che vanno in giro con uno strumento musicale. Dove prima si udiva il mostruoso rumore dei colpi di pistola forieri di morte, ora riecheggiano note musicali che si articolano in sinfonie di allegria e vita. «Grazie per aver disarmato i nostri figli – ha detto una madre – e aver messo nelle loro mani libri, penne, palloni, strumenti musicali, strumenti di lavoro, giocattoli… Avevo paura di perderli. Ora vedo che il presente sa più di vita che di sopravvivenza e già comincio a intravedere che c’è futuro per loro!». Ciò è stato possibile grazie a chi ci sostiene con la sua generosità, scegliendo di ricominciare dalla periferia e decidendo di camminare con tutti coloro che sono impegnati ostinatamente nella costruzione di un mondo giusto, accogliente verso tutti e solidale.

Padre Saverio Paolillo

Santa Rita (Brasile)

A cura di Chiara Pellicci