MK81, MK82, MK83, MK84: sono solo alcuni dei nomi delle bombe prodotte in Italia.

Nel 2019 l’Italia ha autorizzato l’export di 19,8 MLN di euro in armi alla Nigeria. Di conseguenza: cresce il numero dei bambini costretti ad imbracciare pesanti fucili (nel 2020 oltre 8.000), cresce il numero di persone che scappano dalla guerra.

La Legge 185 del 1990 pone seri controlli al commercio delle armi e afferma, tra le altre cose, che non si possono esportare armi verso Paesi in guerra: le bombe utilizzate per bombardare lo Yemen, dove le stesse Nazioni Unite hanno riconosciuto che si trattasse della più grande tragedia umanitaria mondiale dopo la seconda guerra mondiale, sono di fabbricazione italiana.

Le principali fonti economiche volte alla produzione delle armi sono le cosidette Banche armate, quegli Istituti bancari che appoggiano il mercato degli armamenti. E se anche la nostra Banca utilizzasse i nostri risparmi per finanziare armamenti e di conseguenza guerre?

Questo contenuto non è disponibile per via delle tue sui cookie

La spesa militare

Secondo il Trends in world military expenditure (2021) di Sipri, nel 2021:

La spesa militare globale supera per la prima volta la soglia dei 2.000 MLD di dollari, pari al 2,2% del Pil globale (2.113 miliardi, +0.7% rispetto al 2020).

I primi 5 Paesi in termini di spese militari, relativamente al PIL, sono: USA (38%), Cina (14%), India (3,6%), Regno Unito (3,2%), Russia (3,1%). L’Italia si posiziona al 10o posto con l’1,5%.

La spesa degli USA pari a 800 MLD di dollari rappresenta il 38% del totale; la voce che ha registrato l’incremento più consistente è quella delle spese in ambito nucleare.
Il report NATO del 31 marzo 2022 sulle spese per la difesa nel 2021 conferma il trend in aumento della spesa per la difesa nei Paesi NATO, nonostante l’impatto economico del COVID-19. Alla fine di marzo 2022, poco dopo l’invasione dell’Ucraina, molti Stati europei membri della NATO, tra cui Belgio, Danimarca, Germania, Lituania, Olanda, Norvegia, Polonia e Romania, hanno dichiarato di voler incrementare la propria spesa militare per raggiungere, o addirittura superare, la soglia del 2%.

Commercio e traffico di armi

È importante sapere che, del mercato legale delle armi, circa un quinto risulta essere illegale e questo rappresenta il secondo più redditizio al mondo dopo il traffico di droga.

Tra i maggiori importatori di armi figurano, dopo l’Arabia Saudita che ne detiene il primato, India, Egitto, Australia e Cina. Mentre l’esportatore per eccellenza è l’USA, seguito da Russia, Francia, Germania e Cina. Questi cinque Paesi rappresentano un importante volume di export, corrispondente al 76% del volume totale. Gran parte dell’export americano (il 47%) è indirizzato verso il Medio Oriente, con una fetta importante che va proprio all’Arabia Saudita.” (Il Sole24Ore)

Le responsabilità dei governi

Gli Stati hanno il potere di controllare il commercio di armi, vietare la produzione delle stesse o imporre un embargo sulle armi e sulle munizioni. Eppure, i governi non sempre rispettano i propri obblighi, mettendo a rischio la sicurezza degli stessi cittadini. Ecco alcuni esempi elencati da Amnesty International:

la Cina ha fornito munizioni e armi al Sudan, dove vengono utilizzati dalle forze di sicurezza e dalle milizie nel Darfur, così come in Sud Sudan e nella Repubblica Democratica del Congo;

la Francia ha fornito armi, tra il 2005 e il 2009, a Libia, Egitto, Israele, Ciad e Siria;

si ritiene che il 10% di tutte le esportazioni di armi russe siano dirette verso la Siria, il che rende la Russia il più grande fornitore di armi del conflitto siriano. La Russia ha anche fornito elicotteri da guerra al Sudan e esporta materiale militare in Egitto;

il Regno Unito ha fornito armi a Paesi che si teme violino i diritti umani, come lo Sri Lanka e l’Arabia Saudita;

gli Stati Uniti hanno fornito armi a più di 170 paesi. Il Paese ha limitato i trasferimenti di armi a Myanmar, Cina, Sri Lanka e Zimbabwe, ma non ha preso precauzioni nei confronti di Iraq, Israele, Sri Lanka, Bahrain, Egitto e Arabia Saudita. In più, negli stessi USA vi sono più armi che persone: sarebbero 393,3 MLN di armi contro 330 MLN di abitanti, secondo i dati dello Small Arms Survey; le indagini svolte dal Pew Research Center indicano che il 42% degli americani vive in una famiglia che possiede almeno un’arma. Questo ha una conseguenza: secondo il CDC (Centers for Disease Control and Prevention) degli Stati Uniti, 45.222 persone sono morte per ferite da arma da fuoco nel 2020, il 43% in più rispetto a un decennio prima.

L’Italia:

Negli ultimi 25 anni, i sistemi militari italiani sono stati esportati a ben 123 nazioni, tra cui alle forze amate di regimi autoritari di diversi Paesi come Arabia Saudita, Emirati Arabi Uniti, Egitto, Eritrea, Libia, Turchia, Kazakistan e Turkmenistan, così come a Paesi ove sono in corso conflitti come India, Israele, Nigeria, Pakistan e Siria.

Nonostante la catastrofe umanitaria che sta avvenendo in Yemen (uccisi almeno 5.974 civili e ne sono stati feriti altri 9.493; oltre 30 milioni di persone hanno bisogno di aiuti umanitari), l’Italia continua ad essere tra i maggiori fornitori di armi all’Arabia Saudita, alla guida della coalizione di Paesi che sta bombardando lo Yemen.

Le conseguenze sui civili

Secondo i dati Amnesty, ogni giorno, migliaia di persone sono uccise, ferite o costrette a fuggire dalle loro case a causa della violenza e dei conflitti armati. La maggior parte delle vittime nei conflitti armati sono civili. Le armi distruggono ospedali, case, mezzi di trasporto e spesso finiscono per le strade, alimentando la violenza nelle comunità. Tre quarti dei decessi causati da violenza armata avvengono in situazioni non di conflitto. Circa 8 milioni di armi leggere vengono fabbricate ogni anno, ma molto più significativo è il traffico di armi di seconda mano. Le armi durano – e restano letali – per decenni.

Conseguenze della proliferazione di armi leggere:

Le armi leggere sono le armi preferite nella maggior parte dei conflitti mondiali dal momento che sono piccole, economiche, facili da portare e di semplice manutenzione. Le armi leggere sono responsabili del 60-90% delle morti dirette nei conflitti ogni anno e sono indirettamente responsabili di molti più decessi, legati alle epidemie e alla fame provocate dai conflitti.

La popolazione più fragile ha maggiore probabilità di essere colpita da armi da fuoco, e tuttavia è quella che ha minor probabilità di ricevere cure riabilitative. Si stima che 3000 persone al giorno rimangono gravemente ferite dalle armi –si tratta cioè di tre persone per ogni persona uccisa. Poiché le vittime dirette della violenza armata sono in maggioranza giovani e di sesso maschile, il tasso di mortalità può avere un serio impatto sulla forza lavoro di un Paese, specialmente in regioni dove le donne sono tradizionalmente occupate a far crescere la famiglia.

La violenza armata ha un effetto diretto sulle cause della fame. Un’indagine della FAO (Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura) ha messo in luce che i conflitti armati sono la maggiore causa delle emergenze umanitarie alimentari, responsabili del 35% di queste emergenze dal 1992 al 2003. Leggi qui il report per saperne di più

Le armi e i bambini

Per “bambino soldato” si intende qualsiasi persona di età inferiore ai 18 anni che è, o che è stata, reclutata o utilizzata da una forza armata o da un gruppo armato. Bambini, bambine, ragazzi e ragazzi vengono arruolati non solo per combattere, ma sono utilizzati anche come spie, messaggeri, cuochi, sguatteri, assistenti di campo e per fini sessuali. Si stima che 250.000 bambini siano coinvolti in conflitti in tutto il mondo e che i bambini a rischio di reclutamento delle forze armate siano 337 milioni. Sono 18 i Paesi nei quali, dal 2016 ad oggi, è stato documentato l’impiego di bambini soldato in conflitti armati: Afghanistan, Camerun, Colombia, Repubblica Centrafricana, Repubblica Democratica del Congo, India, Iraq, Mali, Myanmar, Nigeria, Libia, Filippine, Pakistan, Somalia, Sudan, Sud Sudan, Siria e Yemen. Leggi qui l’articolo

La guerra? Una “roba da matti”: parla il presidente di Pax Christi
Revoca export armi, un piccolo passo verso la pace
No ai bambini soldato, bandire export armi ai Paesi in guerra
La guerra è sempre un fallimento, le ‘missioni’ militari lo dimostrano
Domusnovas, la sfida per riconvertire l’industria bellica
Così il silenzio uccide in 169 guerre nel mondo

Dinamica: Quanti soldi spendiamo in…

Partendo dal dato in apertura di questa scheda (“la spesa militare globale supera per la prima volta la soglia dei 2.000 MLD di dollari”) realizzate un grafico cercando online e attraverso gli approfondimenti sopra riportati, l’ammontare della spesa negli altri settori (istruzione, salute, infrastrutture, ecc.). Riflettete sulle disparità degli investimenti.
Il grafico, in forma di cartellone o digitale, potrebbe essere presentato in parrocchia, a scuola o nella piazza della città. Potreste anche realizzare delle grafiche da diffondere sui social per sensibilizzare i vostri contatti al tema della non-violenza e quindi della pace.

Libri

Lettere contro la guerra di Tiziano Terzani
Contro la guerra. Il coraggio di costruire la pace di Papa Francesco
L’anima del mondo di Frederic Lenoir
Lettera alla tribù bianca di Alex Zanotelli

Dal Vangelo di Matteo (Mt 26, 47-56)

Mentre parlava ancora, ecco arrivare Giuda, uno dei Dodici, e con lui una gran folla con spade e bastoni, mandata dai sommi sacerdoti e dagli anziani del popolo. Il traditore aveva dato loro questo segnale dicendo: «Quello che bacerò, è lui; arrestatelo!». E subito si avvicinò a Gesù e disse: «Salve, Rabbì!». E lo baciò. E Gesù gli disse: «Amico, per questo sei qui!». Allora si fecero avanti e misero le mani addosso a Gesù e lo arrestarono. Ed ecco, uno di quelli che erano con Gesù, messa mano alla spada, la estrasse e colpì il servo del sommo sacerdote staccandogli un orecchio.
Allora Gesù gli disse: «Rimetti la spada nel fodero, perché tutti quelli che mettono mano alla spada periranno di spada. Pensi forse che io non possa pregare il Padre mio, che mi darebbe subito più di dodici legioni di angeli? Ma come allora si adempirebbero le Scritture, secondo le quali così deve avvenire?». In quello stesso momento Gesù disse alla folla: «Siete usciti come contro un brigante, con spade e bastoni, per catturarmi. Ogni giorno stavo seduto nel tempio ad insegnare, e non mi avete arrestato. Ma tutto questo è avvenuto perché si adempissero le Scritture dei profeti». Allora tutti i discepoli, abbandonatolo, fuggirono.

Angelus

PAPA FRANCESCO – 27 febbraio 2022

In questi giorni siamo stati sconvolti da qualcosa di tragico: la guerra. Più volte abbiamo pregato perché non venisse imboccata questa strada. E non smettiamo di pregare, anzi, supplichiamo Dio più intensamente.  […] Chi fa la guerra dimentica l’umanità. Non parte dalla gente, non guarda alla vita concreta delle persone, ma mette davanti a tutto interessi di parte e di potere. Si affida alla logica diabolica e perversa delle armi, che è la più lontana dalla volontà di Dio. E si distanzia dalla gente comune, che vuole la pace; e che in ogni conflitto è la vera vittima, che paga sulla propria pelle le follie della guerra. Penso agli anziani, a quanti in queste ore cercano rifugio, alle mamme in fuga con i loro bambini… Sono fratelli e sorelle per i quali è urgente aprire corridoi umanitari e che vanno accolti.

Con il cuore straziato per quanto accade in Ucraina – e non dimentichiamo le guerre in altre parti del mondo, come nello Yemen, in Siria, in Etiopia… –, ripeto: tacciano le armi! Dio sta con gli operatori di pace, non con chi usa la violenza. Perché chi ama la pace, come recita la Costituzione Italiana, «ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali» (Art. 11).

Fratelli tutti

Lettera enciclica del Santo Padre sulla fraternità e l’amicizia sociale

262. Neppure le norme saranno sufficienti, se si pensa che la soluzione ai problemi attuali consista nel dissuadere gli altri mediante la paura, minacciandoli con l’uso delle armi nucleari, chimiche o biologiche. Infatti, «se si prendono in considerazione le principali minacce alla pace e alla sicurezza con le loro molteplici dimensioni in questo mondo multipolare del XXI secolo, come, ad esempio, il terrorismo, i conflitti asimmetrici, la sicurezza informatica, le problematiche ambientali, la povertà, non pochi dubbi emergono circa l’inadeguatezza della deterrenza nucleare a rispondere efficacemente a tali sfide. Siffatte preoccupazioni assumono ancor più consistenza quando consideriamo le catastrofiche conseguenze umanitarie e ambientali che derivano da qualsiasi utilizzo degli ordigni nucleari con devastanti effetti indiscriminati e incontrollabili nel tempo e nello spazio. […] In tale contesto, l’obiettivo finale dell’eliminazione totale delle armi nucleari diventa sia una sfida sia un imperativo morale e umanitario. […] La crescente interdipendenza e la globalizzazione significano che qualunque risposta diamo alla minaccia delle armi nucleari, essa debba essere collettiva e concertata, basata sulla fiducia reciproca. Quest’ultima può essere costruita solo attraverso un dialogo che sia sinceramente orientato verso il bene comune e non verso la tutela di interessi velati o particolari». E con il denaro che si impiega nelle armi e in altre spese militari costituiamo un Fondo mondiale per eliminare finalmente la fame e per lo sviluppo dei Paesi più poveri, così che i loro abitanti non ricorrano a soluzioni violente o ingannevoli e non siano costretti ad abbandonare i loro Paesi per cercare una vita più dignitosa.

 Preghiera 

“Signore Gesù Cristo, Figlio di Dio, abbi misericordia di noi peccatori!
Signore Gesù, nato sotto le bombe di Kiev, abbi pietà di noi!
Signore Gesù, morto in braccio alla mamma in un bunker di Kharkiv, abbi pietà di noi!
Signore Gesù, mandato ventenne al fronte, abbi pietà di noi!
Signore Gesù, che vedi ancora le mani armate all’ombra della tua croce, abbi pietà di noi!

Perdonaci Signore,
se non contenti dei chiodi con i quali trafiggemmo la tua mano, continuiamo ad abbeverarci al sangue dei morti dilaniati dalle armi. Perdonaci se queste mani che avevi creato per custodire, si sono trasformate in strumenti di morte.
Perdonaci, Signore, se continuiamo ad uccidere nostro fratello, se continuiamo come Caino a togliere le pietre dal nostro campo per uccidere Abele. Perdonaci, se continuiamo a giustificare con la nostra fatica la crudeltà, se con il nostro dolore legittimiamo l’efferatezza dei nostri gesti.
Perdonaci la guerra, Signore.
Signore Gesù Cristo, Figlio di Dio, ti imploriamo! Ferma la mano di Caino!
Illumina la nostra coscienza,
non sia fatta la nostra volontà,
non abbandonarci al nostro agire! Fermaci, Signore, fermaci!
E quando avrai fermato la mano di Caino, abbi cura anche di lui. È nostro fratello.
O Signore, poni un freno alla violenza! Fermaci, Signore!”.

(Monsignor Mimmo Battaglia, arcivescovo di Napoli)

Alzati! Informati sul sistema delle banche armate, fai una ricerca e realizza un volantino da diffondere tra i tuoi conoscenti per fermare il finanziamento degli armamenti. Scegli una banca eticamente rivolta alla pace.

Campagna di pressione alle “banche armate”
Rete italiana Pace e disarmo
PEACELINK: scuole e università per la Pace
Fermare l’aggressione e proteggere i civili in Ucraina
Fermare tutte le commesse di armi italiane alla Turchia