All’inizio dello scorso mese di agosto, piogge insolitamente intense hanno causato gravissime inondazioni in alcuni stati indiani tra cui il Kerala, il Karnatakae il Madhya Pradesh. Il bilancio è stato devastante se si pensa che la calamità ha interessato 5,41 milioni di persone, con 1,45 milioni di sfollati costretti nei campi governativi. Per gran parte di loro il ritorno alla normalità è ancora oggi difficile. Strade, ponti e decine di migliaia di abitazioni sono stati distrutti dalle acque torrenziali, rallentando la logistica prima dei soccorsi. Erano 90 anni che non si verificavano alluvioni di questa portata. In particolare nel Kerala, dieci distretti su 14, tra cui Idukki, Ernakulam, Thrissur, Alappuzha, Wayanad e Kozhikode, sono stati pesantemente colpiti e in tutto lo stato sono state aperte 27 dighe per far abbassare il livello dell’acqua. Gli esperti attribuiscono il disastro, oltre che all’inclemenza della natura, alle politiche irresponsabili in materia di dissesto idrogeologico. Secondo padre Faustine Lobo, direttore nazionale emerito delle Pontificie Opere Missionarie (POM) in India, “centinaia di persone hanno perso la vita e molte altre sono state private della loro casa, del bestiame e delle colture”. Pertanto, in conformità con la procedura delle POM per catastrofi ed emergenze umanitarie, si invitano gli amici e i benefattori ad inviare offerte in favore della ricostruzione delle strutture gestite dalla Chiesa Cattolica (parrocchie, oratori, dispensari…).

Coloro che intendo inviare un contributo economico posso farlo effettuando il versamento con la causale “EMERGENZA ALLUVIONI IN INDIA” mediante:

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