Con l’Ottobre, mese dedicato alla missione, i fedeli sono chiamati ad impegnarsi in modo speciale anche nel sostegno dei bisogni pastorali di tutte le Chiese di missione, secondo le necessità di ciascuna, soprattutto di quelle più povere di mezzi economici.
A raccogliere i contributi che arrivano da ogni Paese del mondo, è il Fondo Universale di Solidarietà delle Pontificie Opere Missionarie, costituito dalle offerte che i cattolici di tutti i continenti, nella misura in cui possono, donano per lo più proprio in occasione della Giornata Missionaria Mondiale.
Ma come vengono impegnati questi soldi? Quali progetti vengono realizzati? Qual è il valore aggiunto del Fondo Universale di Solidarietà?
La risposta a questi interrogativi arriva da un esempio concreto, realizzato lo scorso anno con una piccola parte del contributo versato dai fedeli italiani al Fondo Universale di Solidarietà.
Siamo nella periferia di Valona (Albania), dove le Suore Serve di Maria Riparatrici hanno chiesto ed ottenuto alle Pontificie Opere Missionarie un sostegno per un progetto dedicato ai bambini della Scuola materna Madre Elisa Andreoli.
Il quartiere dove si trova l’istituto scolastico è chiamato “Posi i Mezinit” ed è un agglomerato urbano sorto in modo irregolare negli ultimi anni. Qui mancano i servizi sociali e la salute degli abitanti è continuamente minacciata dalla polvere che si alza dalle strade mai costruite o in rifacimento. La rete idrica non è sicura e l’acqua corrente viene assicurata solo alcune ore durante la giornata. Anche l’elettricità spesso manca, per cui la vita quotidiana non è facile.
«Il nostro Centro scolastico – spiega suor Bardhe Gjini, referente del progetto – è sorto nel 1999 ed offre spazi di crescita per bambini, ragazzi e giovani. Grazie al vostro aiuto economico siamo riuscite ad aiutare i piccoli più bisognosi, affrontando alcune spese basilari in ambito socioeducativo. Abbiamo assicurato loro la frequenza gratuita alla scuola materna, il vestiario, la cancelleria, il materiale didattico, l’assistenza sanitaria e i generi alimentari per una sana crescita fisica e spirituale».
Lo scorso Natale, a tutti i bambini e alle rispettive famiglie è stato trasmesso il significato e il valore di questa grande festa: «Si deve tenere presente – precisa suor Gjini – che qui la maggior parte delle famiglie è di fede musulmana. Per l’occasione è stata realizzata nella nostra scuola materna la sacra rappresentazione della nascita di Gesù (come si può vedere dalle foto, ndr): piccoli segni che dicono tanto, anche se il cammino per un’accoglienza cristiana è ancora molto lungo».
Il sostegno che le Suore Serve di Maria Riparatrici hanno potuto assicurare ai bambini di Posi i Mezinit non sarebbe stato possibile se non fosse esistito il Fondo Universale di Solidarietà con il suo valore specifico che assicura l’universalità degli aiuti.
In altre parole, la raccolta dei fondi da ogni Chiesa del mondo e la loro ridistribuzione a tutte le missioni che ne hanno bisogno, senza distinzione o particolarismi, assicurano una vera uguaglianza nella dignità e una condivisione delle risorse anche con quei missionari che operano senza il sostegno di un gemellaggio con una particolare diocesi o con uno specifico istituto missionario.
Non tutte le missioni, infatti, possono godere del privilegio di legami diretti con Chiese locali del Nord del mondo, che spesso provvedono in prima persona alla raccolta di fondi da destinare proprio ad una particolare missione.
Ecco perché le parole di gratitudine che arrivano da suor Gjini sono rivolte a chiunque lo scorso anno abbia versato il proprio contributo nel Fondo Universale di Solidarietà: «Vi siamo grati per l’aiuto prezioso che ci avete dato, permettendoci di andare incontro alle necessità dei più piccoli e quindi dei più bisognosi di questa porzione della missione a Valona».
Anche quest’anno, in occasione della Giornata Missionaria Mondiale, non dimentichiamoci dell’importanza dell’universalità.