Con una lectio dagli Atti degli Apostoli (At 8,26-40) sull’incontro tra Filippo e l’eunuco, il biblista Augusto Barbi apre stamani la terza giornata di spiritualità missionaria ad Assisi.

“Questo racconto è modellato su quello dell’incontro tra il risorto e i pellegrini di Emmaus. Filippo è un evangelizzatore fedele e carismatico; il suo è un incontro che si svolge sotto la regia divina“, ha detto monsignor Barbi.

Questo episodio evangelico è molto significativo poichè “l’eunuco rappresenta un uomo disprezzato e deriso, personaggio marginale e caricato dal disprezzo”.

La figura di Filippo, dunque, include tutti gli emarginati, “immagine di una Chiesa in uscita che riesce ad includere”, spiega il biblista.

Filippo è fedele perchè è “un evangelizzatore interiormente disponibile ad ogni eventualità. Analogamente apprendiamo che ogni incontro e situazione possono diventare per noi occasione di dialogo che fa progredire la ricerca”.

E’ attualizzando di continuo la Parola che le nostre comunità possono abbandonare i pregiudizi.

Ma attenzione, dice il biblista, “Filippo non si impone, è molto delicato. Per poter evangelizzare occorre essere molto attenti alla possibile ricerca dell’altro, facendola progredire tramite la domanda, per cogliere il filo dell’azione divina. Non si possono fornire risposte, ma aiutare l’altro a comprendere il proprio vissuto, questo sì”. Dovremmo abituarci ad imparare dalle situazioni di vita “a capire il senso di quel vissuto”.

Ieri la giornata si è conclusa con una brillante relazione di monsignor Ezio Falavegna, Docente Facoltà Teologica del Triveneto.

Quali sono le radici della fraternità? – si è chiesto in apertura monsignor Falavegna -E che stile mettere in atto? Nella preghiera per eccellenza, il padre nostro, Matteo non si limita all’invocazione padre ma ci insegna a dire ‘nostro’”.

Ed è questa appartenenza, questa ‘figliolanza’ che ci rende tutti fratelli, non solo tra cristiani ma all’interno dell’umanità intera.

Chi fa esperienza della paternità di Dio – dice Falavegna – sa apprezzare il volto della diversità di ogni cultura e ogni fede”.