“Sulla tua parola getterò i miei sogni”: questo il tema dell’attesissimo Comigi, il Convegno Missionario Giovanile (in agenda ogni tre anni), promosso dai giovani della fondazione Missio,  a Sacrofano dal 28 aprile al 1° maggio.

Sarà un momento di aggregazione eccezionale, non finalizzato solo all’ascolto dei relatori ma teso all’incontro tra i ragazzi, al loro confrontarsi da ogni diocesi d’Italia, per mettere assieme idee nuove e fresche e provare a delineare un progetto di missione futura vitale, fuori dagli schemi e dai radar accademici.

Un doppio binario, dunque: un COMIGI fatto di relatori di grande spessore umano e istituzionale, come monsignor Arturo Aiello, vescovo di Avellino, che introdurrà i contenuti salienti del prossimo Sinodo dedicato ai giovani; e un Comigi fatto di creatività, rielaborazione personale e collettiva degli input forniti.

A monsignor Francesco Beschi, vescovo di Bergamo e presidente di Missio, che con la sua presenza animerà la veglia di preghiera finale per dare nuovo slancio al desiderio di missionarietà, seguono gli interventi dei protagonisti sul campo: i missionari. Le orecchie e il cuore dei ragazzi faranno il pieno di vita e di parole ‘divine’.

La seconda giornata dei lavori sarà aperta da padre Pietro Pierobon, missionario saveriano in Camerun che a partire dalla sua esperienza in Africa, parla della figura di “Giuseppe il falegname”, operaio della Parola.

L’idea è proprio quella di partire dai Vangeli per arrivare alla strada e viceversa.

La biblista Rosalba Manes condurrà la riflessione sulla base dell’umanità di Maria, che da giovane donna accogliente si trasforma in figura emblematica dell’ascolto della volontà di Dio, compiendo il senso delle Scritture.

A partire dalle due figure di Maria e Giuseppe, ci si chiederà se siano stati appunto, protagonisti passivi o attivi della vicenda cristiana, per concludere che il loro agire silenzioso ma rivoluzionario è quanto di più attivo si possa aver mai visto nella intera vita cristiana.

Saranno tre giorni intensi di incontri, meditazioni, laboratori ed «elaborazione di sogni collettivi a cielo aperto», come spiegano gli organizzatori di Missio Giovani che hanno pensato questo evento per adolescenti e giovani di tutte le diocesi e Istituti missionari, chiamati ad ascoltare ma anche a partecipare attivamente alla costruzione di un’idea per il futuro della Chiesa.

Padre Giulio Albanese, missionario comboniano e giornalista, dialogherà con i partecipanti, il 30 aprile presentando alcuni “Testimoni di un sogno”, e raccontando le vite di straordinaria quotidianità dei missionari alle periferie del mondo.

Mentre padre Claudio Monge, domenicano teologo delle religioni, responsabile del Centro per il dialogo interreligioso e culturale di Istanbul, terrà la sua relazione finale dal titolo “Un’unione da Dio”, come compimento del progetto divino sull’umanità.

Padre Monge parlerà di una sostanziale “unione” tra Dio e l’uomo, suggellata simbolicamente da un’altra unione, quella matrimoniale tra Giuseppe e Maria.

Una unione umana che ha prodotto una nuova alleanza divina. L’obiettivo del Comigi è quello di costruire tutti insieme un tracciato missionario che possa lasciare un’impronta culturale e spirituale tra le nuove generazioni.

Affinché i ragazzi maturino la consapevolezza del loro percorso esistenziale da pensare insieme e condurre poi in autonomia.

Come conferma Giovanni Rocca, segretario nazionale di Missio Giovani, l’eredità che i giovani si porteranno a casa è quella della responsabilità individuale.

Iniziare a pensare e ad agire con libertà e fuori dai condizionamenti, per rendere questo mondo un luogo degno, a partire da se stessi. Si tratta di una scelta del cuore oltre che della testa.