Tra i partecipanti ai lavori della mattinata, abbiamo raccolto alcune voci (qui il link alle interviste), come quella del cardinale Cristóbal López Romero, arcivescovo di Rabat, che ha sottolineato  l’importanza di riscoprire la comunione tra le tre diverse realtà del Mediterraneo.

«Vengo dal Marocco, e vedo tre situazioni differenti affacciate sul Mediterraneo – ha detto il cardinal Lopez Romero – La prima, l’Europa che dovrebbe  essere territorio di accoglienza; e poi la Siria e la Terra Santa che si svuotano dai cristiani a causa della guerra e delle discriminazioni; infine l’Africa come situazione di passaggio e di provenienza dei migranti. Dobbiamo confrontarci per trovare atteggiamenti comuni di accoglienza delle nostre Chiese per i fratelli che soffrono».

Anche monsignor Ambrogio Spreafico, vescovo di Frosinone ha parlato dell’utilità dell’incontro per «ragionare insieme come in questo mondo globalizzato, le Chiese del Mediterraneo possono essere un seme di convivenza, per riscoprire insieme il valore della nostra fede. Il mondo è in movimento, cambiano le ragioni della convivenza, ci sono tante ragioni che ostacolano l’impegno di chi vuole essere costruttore di pace».

Monsignor Franco Giulio Brambilla, vescovo di Novara ha sottolineato  l’arricchimento dell’ascolto di realtà mediterranee molto diverse: «le migrazioni ci chiedono accoglienza per accrescere competenze e poi e tornare per arricchire i Paesi di provenienza».

(Nella foto in evidenza, il cardinale Lopez Romero, quia  fianco monsignor Brambilla)