Può sembrare davvero strano questo progetto missionario: cosa c’entra un porcile con chi si occupa di Chiesa ed evangelizzazione?

Ma questa è la dimostrazione che le richieste di aiuto che arrivano alle Pontificie Opere Missionarie (POM) internazionali da ogni continente sono davvero concrete, legate al quotidiano, e mostrano quanto siano povere alcune realtà, tanto da non avere neppure il sostentamento per il vitto. E doversi ingegnare di conseguenza.

Il progetto in questione, assegnato dalle POM alla direzione nazionale italiana (rappresentata dalla Fondazione Missio), prevede l’ampliamento del porcile in un noviziato di suore.

Siamo nel Nord-ovest della capitale Kinshasa, nel Comune di Kintambo, in Repubblica Democratica del Congo. Qui si trova il noviziato delle suore Figlie della Carità di San Vincenzo de’ Paoli, dove vivono numerose novizie e le loro formatrici.

Per far fronte alle necessità economiche delle giovani studentesse, la congregazione aveva iniziato la costruzione di un porcile, al fine di rendere economicamente autonomo il noviziato.

L’allevamento dei maiali è un’iniziativa molto diffusa in Africa, poiché si tratta di animali che si riproducono rapidamente e la loro alimentazione non è costosa. Inoltre possono garantire il sostentamento diretto per le novizie, ma anche un’entrata economica con la vendita di alcuni animali.

L’attività di autofinanziamento nel noviziato procede bene, ma l’aumentare dei maiali, oggi arrivati a 35 unità, richiede un ampliamento dei locali della stalla, diventata ormai piccola. Il progetto consiste, pertanto, nell’acquisto dei materiali di costruzione e nella realizzazione di nuove stanze del porcile.

La somma richiesta per la realizzazione del progetto n.132 è di 3.500 euro.

Con le offerte raccolte in tutte le chiese italiane durante la Giornata Missionaria Mondiale celebrata ieri, domenica 19 ottobre 2025, sarà finanziato anche questo progetto, insieme a tanti altri.

Ma chiunque desideri contribuire direttamente, può DONARE cliccando qui.