È passato quasi un anno dal mio primo viaggio in Bolivia. Terra così lontana dalla nostra cara Italia, più che altro per usi e costumi e non per chilometri, perché ormai con tutti i mezzi presenti al giorno d’oggi la comunicazione è diventata più facile anche lì.

Santiago de Huata, sulle rive del lago Titicaca, è il luogo dove è presente la missione di padre Leo, prete della diocesi di Gubbio che ha avviato attività lavorative, grazie ai vari progetti e alle offerte ricevute, in modo che le persone non vadano in città per cercare fortune che si trasformano in miseria, povertà e delinquenza, e dove Cristina, missionaria laica fidei donum della nostra diocesi, esercita il suo compito d’infermiera portando medicinali e qualche piatto caldo alle persone malate o ad anziani abbandonati a loro stessi.

I tre mesi passati in Bolivia per me sono stati una rinascita. Poiché sono muratore, ho lavorato in un progetto per la promozione del lavoro femminile costruendo, insieme ai muratori della parrocchia, un edificio in cui è stata creata una panetteria. Ho partecipato a campi di lavoro con i giovani e adulti delle comunità, ho incontrato i più poveri portando loro del cibo, ascoltando i loro problemi e fatto per loro qualche lavoretto, ma soprattutto sono stato con la gente, e, credetemi, all’inizio non è stato facile confrontarsi con il popolo aymara perché è un popolo diffidente specialmente nei confronti di noi europei, i “gringos”.

Sono ancora in ricerca della fede, ma in quei mesi la preghiera mi aiutato a superare le tante difficoltà riscontrate.
Questa esperienza ha iniziato a farmi capire come gira il mondo, ad apprezzare le piccole cose spesso per noi scontate, che ci sono delle cose belle e che il bene esiste sempre. Da tanto tempo vivo in un mondo in cui l’avere è più importante dell’essere e ne ho fatto parte, non do colpa a nessuno, ma ora ho capito di fare ciò che mi dice il cuore senza ascoltare le critiche della gente, senza pensare troppo a quale sarà il mio futuro, senza pensare di poter cambiare nulla, credendo in ciò che faccio e quindi in me stesso.

Partirò di nuovo, senza troppe aspettative, metterò a disposizione le mie capacità, lavorerò tanto, imparerò tanto, scoprirò mondi a me sconosciuti, ma soprattutto condividerò con le persone il poco che avremo tutti insieme, affronteremo le difficoltà, giocheremo e poi rideremo.

Pietro, Bolivia