Parto con l’idea di fare, di dare e di aiutare loro ma quello che gratuitamente ho ricevuto è smisurato!

Dopo una bella e ricchissima esperienza di volontariato per un mese in Brasile nelle foreste dell’Amazzonia, nasceva in me il desiderio di fare una nuova esperienza con il Servizio civile nazionale. Con tante fatiche, paure e dubbi, ma anche con la gioia di essermi laureata in giurisprudenza, arrivava il momento di prendere  una bella, grande e difficile decisione della mia vita: andare in Tanzania per dieci mesi. Certo non era facile lasciare il mio paese dove tutto sembra comodo, sicuro e partire per un luogo sconosciuto e stare con persone mai viste, con culture, tradizioni, abitudini, mentalità, lingue, cibi, clima molto diversi dei miei. La paura, il dubbio, l’ansia, l’incertezza sembravano sempre più forti ma senza vincermi mai. Nel mio cuore sentivo parlare una voce: abbi coraggio e parti, senza aspettative e paure; quello che ti viene chiesto vivilo come un’opportunità e godi ogni nuova  esperienza della tua vita come un dono di Dio. Seppur cercando di non avere aspettative, inevitabilmente la mia mente immaginava che sarei andata a fare qualcosa di grande: aiutare chi è in difficoltà. Questo mi ha aiutato a crescere e a capire quanto il mondo sia grande, quanto sia importante conoscere altre cose per arricchire l’esperienza della mia vita. Quindi mi sentivo molto carica, con tanta voglia di andare, di fare e di dare nonostante le paure e le difficoltà.

E così sono partita dall’Italia per Dar Es Salam, proseguendo in autobus, su strade tortuose, attraversando magnifici parchi nazionali ricchi di aria pura, natura rigogliosa, animali selvatici, che fino a quel momento avevo visto solo in televisione, come bufali, elefanti, leoni, gnu, giraffe, impala, zebre, dopo un safari di due giorni, sono arrivata al confine della Regione del Katavi, un luogo splendido ma sconosciuto di nome Mpanda. Subito sono stata accolta in un luogo comodo, privilegiato, dove non mi mancava nulla e mi sono buttata a capofitto nel progetto del Centro Mondialità Sviluppo Reciproco (CMSR) con cui ho partecipato al bando di Servizio civile. Ero in servizio nell’asilo e mi occupavo, insieme ad Erika, un’altra volontaria divenuta poi carissima amica, di più di cento bambini dai 3 ai 6 anni provenienti dalle famiglie di Mpanda, per un programma educativo nazionale obbligatorio.
Sono stati i dipendenti stessi dell’asilo, in particolare il maestro Lukandamila, che mi hanno subito accolto e coinvolto seminando così le basi di un’amicizia e soprattutto insegnandomi il linguaggio e i segni per svolgere il mio servizio con i bambini di 3-4 anni della mia classe. Non senza difficoltà perché mancavano i materiali, i giochi, e anche per le differenze culturali ed educative, ma soprattutto per la paura di non essere in grado di comunicare e lavorare con gente che parlava Shawili e Inglese.  Ma con un po’ di immaginazione e creatività, col passare dei giorni provavo a creare più occasioni di gioia, più interessi per uscire dal ritmo noioso della classe basato solamente sulle lezione. Nel tempo libero i sacerdoti e le suore della missione ci portavano fuori per farci conoscere il posto e le persone con cui condividono la vita ogni giorno.

Non dimenticherò mai quello che ho vissuto in Tanzania e lo testimonierò sempre agli altri.

Nella vita le cose capitano quando meno te le aspetti. Nonostante le differenze culturali e la povertà della grande parte della popolazione locale, mi hanno stupito la gioia e la positività della gente anche quando le cose vanno male. Sono rimasta sconvolta dell’accoglienza, delle attenzioni ricevute, al mio arrivo, durante il mio soggiorno e alla mia partenza: gli abbracci forti, il fantastico e  sincero saluto di tutti ovunque andavo: «Muzungu! Jambo, Habari yako? Che significa Bianca! Ciao come stai?». Tutto mi ha fatto pensare a quanto la semplicità, l’attenzione, la solidarietà, la sincerità, la tranquillità e il rispetto nel modo di vivere le relazioni, nel dire le cose e donarsi agli altri anche senza tanti beni materiali siano la base per vivere felice, contenta, in pace, tutti fratelli come Dio ci ha pensati e creati. Quindi partire per l’Africa è stata un’esperienza indimenticabile e una delle più belle e arricchenti della vita. 

Una volta tornata, mi sono resa conto che non sono i soldi, l’abbondanza materiale che rendono una vita felice e dignitosa perché sono partita con l’idea di dare, fare e cambiare i cittadini di Mpanda, ma in realtà, ho semplicemente ricevuto, in maniera smisurata e inaspettata.

Per questa motivo, vorrei rivolgermi a tutti i giovani italiani, europei che hanno intenzione e la possibilità di compiere un viaggio come il mio: Vi prego, partite! Ci sono un sacco di cose da scoprire e se non si coglie l’occasione, a volte la si perde per sempre. Andate e assaggiate una vita completamente diversa dalla nostra, lasciatevi guidare dallo Spirito che Gesù ci ha donato e vedrete meraviglie! La vita è anche questo viaggio verso lo sconosciuto ma che ci insegna tanto, ci trasforma e lascia i segni, le marche indimenticabili: io, lo ripeterò!

 

Cristine, Tanzania