Gennaio è il mese della pace e “Il Ponte d’Oro” presenta questo tema. Nel numero in arrivo agli abbonati lo fa con un taglio che sottolinea una delle molteplici sfaccettature della pace: l’accoglienza.

“Ci sono tanti modi per costruire la pace. Uno di questi – si legge nell’introduzione al dossier dal titolo “A come accoglienza, P come Pace” – è proprio l’accoglienza. Di chi fugge dalla guerra, di chi non ha più una casa, una vita dignitosa, una speranza per il futuro. Per accogliere occorre sapere ascoltare, comprendere, farsi prossimi, cioè vicini, dare fiducia”.

Lo testimoniano le storie raccontate nelle pagine che formano il cuore della rivista: come quella di Sahar, Ahmad e Mufida, profughi siriani arrivati a Lucca dal Libano, dove abitavano da otto anni. Grazie ai Corridoi Umanitari (un progetto del Ministero degli affari esteri, il Ministero dell’interno e alcune organizzazioni come Comunità di Sant’Egidio, Federazione delle Chiese evangeliche in Italia, Tavola Valdese e CEI-Caritas), i tre siriani hanno potuto riporre tutte le loro cose in una valigia e imbarcarsi su un aereo di linea. Da quel momento è ricominciata per loro una nuova vita in Italia con l’aiuto e il sostegno di un gruppo di volontari pronto a prendersi in carico tutte le loro necessità.

Anche l’editoriale dal titolo “Le sorelle della pace” affronta l’importanza di questo valore con stile e linguaggio a misura di bambini. Ricordando anche la Giornata missionaria mondiale dei ragazzi che cade nel giorno dell’Epifania (6 gennaio), si invitano i bambini a due azioni concrete e preziose: pregare per i propri coetanei del mondo e fare una piccola offerta per chi abita in angoli del pianeta dove mancano cibo a sufficienza, scuole dove poter studiare, ospedali dove potersi curare. Perché “pace, solidarietà e amicizia sono sorelle che camminano sulla stessa strada, tenendosi per mano!”.

Le altre rubriche del numero conducono in giro per i cinque continenti: tra i missionari della Tanzania, i bambini del Guatemala e gli indigeni Ticuna dell’Amazzonia. Ma anche in ascolto della Giornata missionaria mondiale dei ragazzi, che nell’Intervista impossibile si presenta in prima persona ai giovani lettori, per far capire loro che tutti sono chiamati ad esserne protagonisti.

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