Le “news e le storie missionarie” hanno una marcia in più rispetto a tutte le altre, poichè raccontano sia i fatti (dalle terre di missione) che “la sostanza” del messaggio evangelico.

Però vanno comunicate al meglio: come renderle appetibili al pubblico? E come farle uscire “dalla spirale del silenzio” mediatico?

Questi gli interrogativi lanciati da Vincenzo Corrado, direttore dell’Ufficio Comunicazioni sociali della Cei, durante il corso promosso da Missio e Cum: “Comunicazione missionaria: orizzonte glocal”, tenuto a Verona il 18 e 19 giugno scorso.

Gianni Borsa, giornalista del Sir e direttore delle riviste di Missio, ha affiancato Corrado, fornendo nuovi spunti di riflessione.

“Sul piano tecnico è necessario anzitutto dotarsi di un piano editoriale” orientato alla missione, ha detto Corrado in apertura-

Mettere a punto una strategia di comunicazione efficace è infatti alla base della divulgazione di contesti missionari; ma sarà la forza dirompente delle testimonianze stesse (“la straordinaria quotidianità” delle vite dei missionari in Paesi lontani dagli stereotipi) a fare il resto.

A patto che chi raccoglie e divulga (operatori pastorali, diocesi, Cmd, periodici e siti web missionari) riesca ad usare al meglio i diversificati strumenti di comunicazione (dalla carta ai social).

Una sfida aperta per la Chiesa italiana: “questo è un tempo che richiede alleanze – ha detto Borsa – E’ il tempo giusto per metterci assieme”. L’obiettivo è anche quello di “arricchire la Chiesa” di uno sguardo altro, ampio e non autoreferenziale.

La seconda giornata di lavori ha lasciato spazio al dibattito e alla presentazione delle riviste missionarie, Popoli e Missione e il Ponte d’Oro.

I rappresentanti dei Cmd di Bergamo, Brescia, Como, Modena, Torino e Pordenone hanno acceso un faro sul lavoro in diocesi: social, carta stampata, video, webinar e incontri dal vivo, sono alla base della comunicazione missionaria.

Chiediamoci cosa è una notizia piuttosto che chiederci cosa fa notizia – ha suggerito Corrado – poichè dietro quel fare c’è spesso il considerare un fatto indegno di essere raccontato”.

E invece nessun fatto è trascurabile se contiene un messaggio forte e di valore. Men che mai quelli che vengono da Africa, Sudamerica, Medio Oriente, Paesi di missione dove molte storie sono più notiziabili di quanto si crede.

L’incontro di Verona apre a “sinergie” e collaborazioni future tra i comunicatori delle diocesi, i protagonisti della missione e la Fondazione Missio. Una opportunità in più per sviluppare “nuove alleanze nella Chiesa”.