«Erdogan ha deciso di colonizzare l’Africa», scrive padre Giulio Albanese in un suo recente editoriale.

Abbiamo chiesto al direttore di Popoli e Missione di spiegarci che cosa sta succedendo sul fronte dell’espansionismo turco in Africa: in che termini il presidente Recep Tayyip Erdogan sta mettendo sempre più le mani sul continente nero?

«Anzitutto a livello commerciale», risponde padre Albanese. «La Turchia manifesta una sorta di velleità neocesariana: ovvero, il paradigma ottomano riveduto e corretto si estende dal medio Oriente all’Africa».

Questo significa che gli accordi economici tra alcuni Paesi africani e la Turchia si stanno moltiplicando.

«Emblematico è quanto avvenuto nella capitale sudanese, Khartoum – spiega il missionario – lo scorso dicembre in occasione della firma di ben 13 accordi, con il presidente al-Bashir. Si punta ad incrementare gli scambi tra le due economie portandoli a 10 mld di dollari l’anno dagli attuali 500 milioni». Le cancellerie europee sembrano piuttosto assenti o disinteressate alla questione.

Questa ingerenza turca somiglia a quella cinese ma è più diplomatica.

«E’ evidente – dice ancora Giulio Albanese – che la cooperazione con l’Africa di Erdogan è un obiettivo a tutto campo  che coinvolge anzitutto la diplomazia: guardiamo alle ambasciate: il numero salirà nel giro di tre anni dalle attuali 41 a 54».

Le zone più sensibili per gli interessi turchi sono il Maghreb, il Corno d’Africa, e il Sahel.