Si è spento stanotte a Verona un altro storico missionario fidei donum, don Giuseppe Berti, che per molti anni aveva vissuto e operato a Chaehom, presso il centro ‘Regina della Pace’ nel nord della Thailandia.

«Da alcuni giorni – scrivono due missionari del CUM di Verona – a motivo di complicanze, viveva una situazione molto critica per la sua già precaria situazione di salute.

Lo affidiamo alla cura misericordiosa del Padre e ricordiamo con affetto la mamma e tutti suoi familiari. Il funerale si terrà giovedì 14 dicembre alle 14.30 a Castion.

«Ringraziamo il Signore per il dono di don Giuseppe che sempre si è dedicato alla missione con entusiamso e generosità – scrivono i missionari che con lui hanno vissuto in Asia – Siamo sicuri che ora è più vicino che mai ed è presente accanto a noi e alla nostra gente».

Poco prima di Pasqua del 2016, in missione, don Beppe aveva avuto un grave incidente in modo.

L’infortunio si era purtroppo concluso con un trauma cranico e si era reso necessario un suo ritorno in Italia. A Verona era stato sottoposto a vari interventi ma la sua salute ne è uscita comunque molto compromessa.

Per ricordare non solo i suoi ultimissimi anni di vita, ma soprattutto la sua intensa vita missionaria, abbiamo ripercorso alcune tappe dell’opera in Thailandia, nella regione di Lampang, che è una delle più intense e spirituali del paese; qui tra l’altro si trova il Wat Phra Kaew Don Tao, il tempio buddista che ospitò il Buddha di Smeraldo.

I monti appuntiti del Khun Tan e del Phi Pan Nam svettano dove le case sono di legno, e la popolazione vive ancora in modo molto tradizionale. Don Giuseppe qui svolgeva la sua missione con altri tre missionari del Triveneto:

«Abbiamo due case Emmaus- raccontava don Giuseppe in una sua lettera dalla Thailandia – Una a Lamphun per studenti delle scuole superiori, l’altra a Chiang Mai per universitari.

La casa di Lamphun è nata 4 anni fa, quando siamo arrivati qui come fidei donum del Triveneto».

E spiegava che la sua missione consisteva proprio nell’andare incontro agli studenti: «i giovani delle montagne che vogliono studiare alle scuole tecniche di Lamphun o Chiang Mai possono venire qui: offriamo un alloggio e una piccola parte delle tasse scolastiche. In cambio chiediamo la partecipazione attiva alla vita della casa».

L’accoglienza si trasformava presto in relazione e in famiglia: «hanno molto bisogno di relazione, di avere un punto di appoggio che gli aiuti a capire il loro futuro, la loro strada nella vita».