Il Convegno nazionale di Missio Ragazzi, iniziato nel pomeriggio di ieri – venerdì 10 marzo – alla Casa per ferie “Ospitalità Bakhita” di Roma, è entrato subito nel vivo con l’intervento di apertura di monsignor Giuseppe Satriano, arcivescovo di Rossano-Cariati e membro della Commissione episcopale per l’evangelizzazione dei popoli e la cooperazione tra le Chiese della Cei.

 

La sua relazione, che ha dato il via ai lavori, ha sviscerato il tema del convegno – Guardàti dall’Amore – partendo dall’affermazione che siamo “chiamati perché amati”: in questo consiste la scoperta della propria vocazione. «Tutta la vita – ha fatto notare monsignor Satriano – dalla nascita alla morte, si svolge sotto lo sguardo dell’amore di Dio». Ma non si può parlare di vocazione «senza parlare di una relazione profonda, ricca di amore, significativa: la vocazione all’essere uomini e donne, la vocazione alla dimensione umana» che si basa su tre passaggi fondamentali: pensare, discernere, scegliere. «Il ‘pensare’ – ha detto il vescovo – lo si fa attraverso l’ascolto della realtà che percepiamo e ci interroga: se il mondo non entra dentro la nostra vita, se rimane fuori, non è possibile crescere. Dobbiamo permettere alla vita di inquietarci, istruirci, disarcionarci. Altrimenti siamo condannati ad essere dei cristiani noiosi». «Il ‘discernere’ – ha messo in guardia monsignor Satriano – è fondamentale nella società di oggi, nella quale siamo abituati a delegare tutto, anche le scelte personali». E lo ‘scegliere’ è la misura della libertà: «Non possiamo conservare tutto e il contrario di tutto, perché scegliere una cosa significa rinunciare ad un’altra», ha concluso. Con l’icona dei discepoli di Emmaus, il vescovo ha chiarito come il compito di un educatore sia quello di condurre il ragazzo a cogliere il senso da dare alla propria vita: «Accompagnare l’altro, non sostituirsi all’altro, essendo capace anche di scomparire, proprio come fa Gesù quando i due discepoli, abbandonati al pessimismo per la morte del loro Maestro, scoprono accanto a loro la sua presenza».

 

Il Convegno è proseguito poi con la proposta di una Via Crucis preparata da Ilaria Ballò, laica consacrata della Comunità di Villaregia, missionaria a Lima: un viaggio tra gli ultimi del Perù, nella preghiera, aiutata dai martiri di Chimbote (tra cui il sacerdote fidei donum bergamasco don Sandro Dordi); da Maria Elena Moyano, uccisa dall’organizzazione terroristica Sendero Luminoso perché attiva nel promuovere la pace; da Vania Masias, coreografa, ballerina e imprenditrice peruviana che scommette sul talento dei giovani delle periferie per generare cambiamento sociale.

 

La serata si è conclusa con la testimonianza di padre Ciro Biondi, segretario nazionale di Missio Consacrati, missionario per una vita nella sua diocesi di Nola, impegnato contro la camorra; poi in Cina, per collaborare con la Chiesa patriottica e quella sotterranea, dove è stato anche arrestato ed espulso; successivamente in Birmania per insegnare ai seminaristi, e in Papua Nuova Guinea dove si è adoperato per aprire una clinica medica universitaria, in collaborazione con l’Università degli Studi di Napoli Federico II.

 

Oggi i lavori proseguono con l’intervento di don Antonio Mastantuono, vice assistente ecclesiastico generale dell’Azione Cattolica Italiana, che parlerà della “Pastorale missionaria in parrocchia”. A seguire i lavori di gruppo per il confronto dei partecipanti sui vari strumenti di animazione missionaria.